storie e suggestioni
storie e suggestioni
Le notizie storiche ci dicono che il primo insediamento intorno all'anno Mille, sull'affioramento roccioso del Monte Curto, fu di una chiesa con campanile. L'immagine ricostruisce come poteva apparire l'insediamento nel contesto ambientale di allora, senza altri insediamenti
(Editing Maison La Tur, vietata la riproduzione non autorizzata, foto soggette a copyright)
La Strega (ma anche no)
del Castello di San Mauro
Maria Gotto, di Rubiana, intorno al 1620 venne accusata di stregoneria. Incatenata in una cella nel Castello di San Mauro, si diede la morte impiccandosi e il suo corpo venne comunque bruciato in pubblico il 4 agosto 1620.
Nessuna prova certa a carico di Maria Gotto venne trovata. L’accusa fu formulata da un certo “Colombino Pariggio” che dichiarò che nella notte di San Giovanni era stato testimone di un sabba intorno al fuoco nei boschi di Rubiana: un convegno di streghe in presenza del demonio durante il quale venivano compiute pratiche magiche, orge diaboliche e riti blasfemi. Sotto interrogatorio, il Pariggio dichiarò però di non aver riconosciuto alcuna persona.
Maria Gotto forse non era una strega, una masca in piemontese, ma una donna emancipata, intelligente e creativa. Uno spirito libero, potremmo ipotizzare, quindi considerata pericolosa dai poteri del tempo. Oppure con qualche disturbo mentale. Chissà...
Sta di fatto che a quei tempi, dove l’Inquisizione, il Sant'Uffizio, perseguitava chiunque non professasse ubbidienza all’ortodossia cattolica, ogni pretesto per mandare al rogo qualcuno era buono. Fosse uno scienziato o uno scrittore-filosofo e frate domenicano come Giordano Bruno condannato e bruciato vivo sul rogo a Roma il 17 febbraio 1600, pochi anni prima di Maria Gotto.
La cella nel Castello di San Mauro in cui venne imprigionata Maria Gotto è ancora visibile. Successivamente, essendo sotto il piano del cortile, è diventata una cantina.